I commenti più recenti
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La manutenzione dei sensi
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21/05/2023 Una favola tanto dolce da risultare stucchevoleFaggiani ha scritto e scriverà molto di meglio. Questo libro, leggero come una piuma, è francamente dimenticabile.
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Educazione europea
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07/05/2023 RECENSIONE CORALE A CURA DE “I MISERALIBRI – GRUPPO DI LETTURA BIBLIOTECA DI CHIARI”“Educazione europea”, romanzo d’esordio nel 1956 di Romain Gary, fu inizialmente edito in Italia da Mondadori nel 1967 con il titolo “Formiche a Stalingrado”, e poi riproposto in una nuova versione da Neri Pozza nel 2006 (che suggeriamo caldamente). È un libro che si aggiunge ai tanti altri titoli ormai classici che parlano di resistenza e, forse per questo, non ha sorpreso tanti partecipanti del gruppo di lettura, come chi si è un po’ annoiato o chi l’ha abbandonato perché stanco di affrontare tematiche già trattate. I personaggi sono poco caratterizzati e ciò, unito alla difficoltà dei nomi polacchi, non ha fatto molto empatizzare con loro. Eppure la storia è risultata abbastanza scorrevole, nonostante sia un po’ dispersiva e inframmezzata da dei racconti interni, considerati molto poetici, narrati dal personaggio più idealista, lo studente Dobrowski. “Educazione europea” implicitamente indaga la questione di cosa sia Bene e cosa sia Male, lasciando al lettore la possibilità di dare una risposta definitiva. Vi sono due principali modi di resistere: difendendosi in battaglia oppure collaborando e accettando compromessi. Praticità contro idealismo (o anche utopia). Gary non si limita a questi due poli estremi e ne tratteggia diverse combinazioni, ponendone alcune in scontro diretto, come nel momento più alto del libro per una partecipante: il confronto tra un padre e un figlio che hanno preso posizioni opposte pur avendo lo stesso carattere. Vi sono poi anche aneddoti di abitudine alle cose che succedono in guerra, quasi delle contronarrazioni. La guerra sarebbe potuta finire prima se tutte le persone fossero intervenute combattendo, ha dichiarato un partecipante, perché aspettare che intervenga qualcuno per reagire a propria volta non è sufficiente. Il monito dello scrittore francese è che non esiste salvezza per chi non sceglie la parte del bene: chi cerca il compromesso prima o poi viene travolto. Scegliere è un dovere morale. Come si fa a scegliere? Anzi, come si può crescere comprendendo quali principi considerare importanti, irrinunciabili, guide per le nostre decisioni? Decisioni tra l’altro da prendere avendo come obiettivi altri valori, altri diritti fondamentali. In guerra non perde chi non si fa prendere dalla barbarie o dall’egoismo di arricchirsi, e in questo la cultura aiuta: ce lo mostrano tutti i personaggi del libro nei momenti in cui cercano di estraniarsi dalla realtà. E vale la pena riprendere l’etimologia della parola “cultura”, il verbo latino “colĕre”, ossia “coltivare”: nei tempi di pace ognuno può formarsi una cultura attraverso i libri, l’arte, la musica o i dialoghi con altre persone, costruendosi degli strumenti, preparandosi ad affrontare ciò che sarà o a tentare di impedire che la storia si ripeta. È forse questo il messaggio più importante di questo romanzo, che non aggiungerà molto a quanto già presente in letteratura, però con la valorizzazione della cultura contribuisce a ricordarci di essere patriottici e non nazionalisti, invitando tutti i popoli, attraverso una poesia, a essere fratelli. Non solo in Europa, ormai, bensì in tutto il mondo.
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Luca
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05/05/2023 Beatrice Monteleone Una storia di amicizia e diversità in una coloratissima ItaliaLuca è un mostro marino che si trasforma in umano ogni volta che esce dall'acqua e viceversa. Quando decide di contravvenire alle regole dei genitori e di visitare la terraferma, conosce Alberto, un suo simile che ha deciso di vivere fuori dall'acqua. I due ragazzini stringono una forte amicizia e devono affrontare i pregiudizi di un paese terrorizzato dall'esistenza dei mostri marini. Ambientata in una ricostruzione della Liguria di qualche decennio fa, la pellicola tratta argomenti importanti come la diversità, il pregiudizio, l'amicizia ma si ferma a un livello superficiale, sembra aver paura di osare. I film Disney paiono quasi spaventati di tornare ai fasti di un tempo in cui si mostravano scene forti al pubblico più piccolo e si strizzava l'occhio a quello adulto. Gradevole e grazioso ma senza quel quid in più.
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Da dove la vita e' perfetta
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12/04/2023 Gdl "salotto Letterario Giove" Biblioteca Di Colle Brianza SALOTTO LETTERARIO DI COLLE BRIANZAVoto 4,2. Grazie ad Erika.
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Notte di battaglia
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12/04/2023 Gdl "salotto Letterario Giove" Biblioteca Di Colle Brianza SALOTTO LETTERARIO DI COLLE BRIANZAVoto 3,5
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La cacciatrice : romanzo
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12/04/2023 Gdl "salotto Letterario Giove" Biblioteca Di Colle Brianza SALOTTO LETTERARIO DI COLLE BRIANZAVoto 4,5. Grazie a Chiara.
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La strada
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10/04/2023 Gdl Biblioteca Di Chiari RECENSIONE CORALE A CURA DE “I MISERALIBRI – GRUPPO DI LETTURA BIBLIOTECA DI CHIARI”“La strada” di Cormac McCarthy si è meritato il premio onorario di “libro più miserabile” che abbiamo letto finora in questi sei anni. Qualcuna l’ha definito un romanzo funesto, portatore di grandi dolori. Secondo un'altra partecipante è siderale, ma non nell’essere privo di emozioni, quanto più nel senso di agghiacciante. È infatti un freddo che angoscia e si fa pesante e che in questa sua bruttura si rivela bello. E questo perché, nonostante le sue frasi secche e crude, “La strada” ci ha comunque dato tantissimi contenuti profondi su cui riflettere, affilati come stalattiti di ghiaccio. “La strada” offre diverse contrapposizioni. La realtà a cui siamo abituati è distrutta, grigia e plumbea; i colori sono stati scordati ed emergono solo nei sogni dell’uomo. La relazione principale che viene presentata, quella tra l’uomo e il bambino, risulta straziante e allo stesso tempo amorevole. Qualcuno ha sottolineato come l’uomo rappresenti il passato, sulle cui spalle vi sono tutte le problematiche umane da espiare, mentre il bambino incarni il futuro e la coscienza: di sé, dell’uomo, del lettore, di tutti. In questo romanzo indefinito e per questo universale non vi sono nomi, né di città né di persone, e sono scarse anche le descrizioni fisiche. Fa eccezione un unico personaggio, il vecchio Ely: un profeta (forse Elia, che nella Bibbia era capace di far discendere “il fuoco dal cielo“?) o un alieno, una creatura soprannaturale “in viaggio da sempre”? Questo “sempre” ci aiuta a guardare dall’alto tutto, ci riporta all’essenza data dai quattro elementi principali: aria, acqua, terra e soprattutto fuoco. Facendoci pensare a irreversibili conseguenze negative dei fatti dei nostri giorni, inizialmente l’ambientazione post-apocalittica colpisce, ma in verità è un pretesto: ciò che importa sono solo le scelte e azioni che si trovano a dover decidere e compiere l’uomo e il bambino. Citando Kant (“Due cose riempiono l'animo di ammirazione e venerazione sempre nuova e crescente, quanto più spesso e più a lungo la riflessione si occupa di esse: il cielo stellato sopra di me, e la legge morale in me”), un partecipante ha affermato che McCarthy vuole proprio parlare della legge morale. Diversi episodi nel libro potrebbero essere presi a esempio, però il più eclatante è quello del ladro, verso la fine. Avendo subito un torto, l’uomo applica la legge del taglione, mostrando una cattiveria non necessaria. Ma come si fa a non diventare brutali in un mondo distrutto? Tali istinti sono insiti nell’essere umano, e riemergono in scenari del genere più bestiali e contrastanti che mai, tra tenerezza e crudeltà, tra protezione e vendetta. Da dove nasce il fatto che il bambino vuole salvare il ladro? Deriva dal padre e dai principi che gli ha trasmesso, principi che si discostano poi dalle sue azioni, provocando i silenzi del bambino. “La strada” è un romanzo sulla paternità, sul percorso di accompagnare i figli lungo la (loro) strada e sul prepararli, sul prepararsi, al distacco inevitabile. Il “portare il fuoco” è il simbolo principale. Cosa voleva dire McCarthy con quest’espressione? Il fuoco ispira un senso di protezione, un mezzo con cui difendersi; è ciò che ci ha permesso di avere calore e luce, fin da quando nell’antichità l’essere umano ha imparato a domarlo, differenziandosi sempre di più dagli animali. Per questo potrebbe rappresentare la nostra natura umana, da custodire e tramandare. Il fuoco indica la speranza, la cui scintilla sta nella riproduzione e nella discendenza, mentre i ceppi per mantenerlo acceso sono gli insegnamenti tramandati e infissi nella memoria. All’inizio della storia l’uomo dice di non dimenticare suo padre, e alla fine il bambino dice di non dimenticare lui. “La strada” è generazionale e ciclico, come la storia. Perché, come diceva Maurice Blanchot, “L’uomo è l'indistruttibile che può essere infinitamente distrutto”. Continua qui: https://opac.provincia.brescia.it/community/forum/reviews/show/91#post91
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La ragazza della palude
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05/04/2023 SALOTTO LETTERARIO DI COLLE BRIANZAVoto 4,4. Grazie a Ivonne.
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Yaya e Lennie : the walking liberty
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05/04/2023 Mirko Fontemaggi La morte non aspetta"Io capisco le tue paure ma non voglio le tue certezze": direi che questo è un buon inizio per parlare di questo cartone tutto italiano i cui punti di forza sono la sceneggiatura (l'idea, il futuro immersi nella natura selvaggia, e certi dialoghi felici), la fotografia (cioè le scene un po' alla Avatar) e le musiche, soprattutto quelle non originali (Wagner). Delude un po' la concessione alla verbosità urlata e violenta per arruffianarsi il pubblico di giovani, ahimè, vabbè... E Lina Sastri, certo, è un mostro sacro davvero poetico. Pannofino non ha bisogno di presentazioni, qui istrionicamente spagnolo, mentre Maurizio De Giovanni fa il banconista (?). L'elettricità? qualcosa non torna, va e viene, ma chiudiamo volentieri un occhio, il prodotto si fa vedere, incuriosisce fino in fondo sempre più e si perdona questo coacervo di fantasie. Ai nostri contemporanei potremmo ribattere: "E non avete costruito già abbastanza? Cos'altro volete costruire?".
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Le otto montagne
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03/04/2023 Gdl "salotto Letterario Giove" Biblioteca Di Colle Brianza SALOTTO LETTERARIO DI COLLE BRIANZAGrazie ad Elisa.
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