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Prendersi cura dei lettori: il Bookcounseling in un GdL.

Prendersi cura dei lettori: il Bookcounseling in un GdL.

Che cosa significa condurre un GdL secondo la pratica del Bookcounseling? Ce lo racconta Jasminka, bibliotecaria e counselor di quattro GdL veneti iscritti alla Rete!

Sei coordinatrice di GdL molto diversi tra loro….

Coordino quattro Gruppi di Lettura, che sono nati grazie a collaborazioni con biblioteche pubbliche e realtà private del Bassanese, in provincia di Vicenza. Il più “vecchio”, Ex Libris gdl della Biblioteca Civica di Bassano del Grappa, ha ormai nove anni. Il più recente, Voltando Pagina della Biblioteca di Romano d’Ezzelino, è nato poco meno di tre anni fa. Entrambi sono gruppi numerosi – circa 18-20 lettori in media – che si riuniscono da settembre a giugno una volta al mese per conversare di romanzi classici e contemporanei, scegliendo percorsi tematici o letterari annuali. Identica modalità seguita dagli altri due GdL, Parole di Donne e Genitori che Leggono, che riuniscono ciascuno circa una dozzina di partecipanti, tutte lettrici, in spazi privati. Genitori che Leggono è stato probabilmente uno dei primi (e pochi) gdl in Italia formato da adulti che leggono e conversano di letteratura per ragazzi – Young Adult – senza alcuno scopo professionale, solo per il piacere di scoprire romanzi bellissimi proposti, ahinoi, dall’editoria a un target specifico.

 

Lavori come bibliotecaria presso la Biblioteca Comunale di Romano d’Ezzelino, ma hai anche una formazione come Bookcounselor. Che cos’è il Bookcounseling? E’ sinonimo di biblioterapia?

Non proprio. Dopo avere approfondito l’esperienza anglosassone che distingue ad esempio tra biblioterapia (clinica) e bibliocounseling (scolastico), seguo da una decina d’anni l’evolversi della biblioterapia in Italia.  Vorrei partire da una semplice osservazione: chi legge sa che un romanzo letto più volte nel corso della vita suscita emozioni diverse ovvero può “produrre” su di lui effetti assai diversi nel tempo. Inoltre lo stesso libro può non avere alcuna presa su un altro lettore. Allora il biblioterapeuta, che si prefigge di affrontare un problema specifico, in maniera lecita “piega” i libri al suo obiettivo: seleziona i titoli in base all’argomento e sceglie personaggi con cui il lettore può identificarsi con maggiore o minore efficacia. Inoltre estrapola passi del libro come se fossero “testi pretesti” per parlare del problema che accomuna i suoi pazienti/clienti. Nel Bookcounseling invece è il piacere della lettura, la “chiave”, che attiva il processo di cura. Il Bookcounselor si preoccupa di stabilire un dialogo (ascolto attivo) con i lettori che gli si affidano, per aiutarli a riappropriarsi e a coltivare il loro personalissimo piacere di leggere. Il Bookcounselor diventa un passeur di letture cioè “colui che favorisce nell’altro lo sviluppo o l’acquisizione di abilità di lettura”, in modo da attivare autonomamente un cambiamento di prospettiva e visione.

 

Stiamo parlando di lettori che si accosteranno alla biblioterapia o al bookcounseling per affrontare situazioni di difficoltà personalequesta pratica funziona anche con i non-lettori?

Gli studi dicono di no, e la mia esperienza lo conferma. Da appassionata lettrice posso dire “beato chi legge”, ma sono consapevole che altri, i non-lettori, sono persone che hanno solo scelto occhiali diversi attraverso i quali leggere la vita e guardare al mondo.

 

Che cosa significa condurre un GdL secondo la pratica del Bookcounseling? Sei tu a stimolare certe riflessioni e far convogliare la discussione su determinati argomenti? O lasci che i partecipanti liberamente interagiscano senza i tuoi input?

Quando ho iniziato a condurre gruppi di lettura, nove anni fa, ero già counselor. Dunque la mia conduzione è stata naturalmente in qualità di bookcounselor, cioè di coordinatore che guida un gruppo mettendo a frutto le sue competenze relazionali insieme a quelle bibliografiche e biblioteconomiche. La “conduzione bookcouseling” è centrata sul lettore. In altre parole significa che mi prendo cura di lui e delle relazioni che si instaurano tra i partecipanti, predisponendo a inizio anno percorsi di lettura condivisi senza trascurare l’apporto di ciascun lettore ma invitandolo ad affinare il suo gusto incontrando quello dell’altro. Sono particolarmente attenta ai cosiddetti stati d’animo della lettura (sono almeno tre), che chiedo loro di esprimere di volta in volta, purché passino sempre attraverso il testo di cui il gruppo sta conversando. Infine mi preoccupo che il dialogo sia rispettoso e lo spazio accogliente. Solitamente il clima che si crea è cordiale, piacevole e addirittura allegro, privo dello spirito di competizione – che è l’altra faccia della paura di non essere all’altezza – di certe riunioni accademiche o di incontri velatamente pedagogici. Per rispondere alla tua domanda, la conversazione non si muove dunque su binari da me stabiliti per raggiungere un obiettivo. L’energia scaturisce dal gruppo stesso e, senza alcun dubbio, dai romanzi scelti.

 

Ecco, c’è qualche titolo che si è rivelato inaspettatamente catartico?

Difficile, se non impossibile, che ci sia un titolo contemporaneamente significativo per tutti i componenti di un gdl, proprio per i motivi che ho esposto fino a qui. Però ci sono quelli che io chiamo “romanzi memorabili”, libri che lasciano un segno nella memoria condivisa del gruppo. Uno di questi è stato “Sotto la pelle” di Michel Faber. La storia di Isserley, anni fa, ha suscitato nei lettori di Ex Libris un’inquietudine che ancora oggi funge da confronto per definire sensazioni che ci mettono a disagio. A Parole di Donne è invece diventata una di famiglia la gallina di Ishiguro. In “Quel che resta del giorno” il viaggio del maggiordomo è interrotto per poche righe dalla gallina Nellie che si ferma in mezzo alla strada. Che ci fa una gallina in mezzo a una pagina? Chi l’ha vista? La gallina di Ishiguro è ormai la frase in codice per risvegliare l’attenzione del lettore che dorme in noi o per calmare esagerate smanie interpretative.

 

Qualche consiglio per i neo-coordinatori di un GdL?

E’ importante che essi siano a conoscenza che ci sono diversi “step” di conduzione tutti utilissimi se non necessari – dal semplice coordinamento organizzativo e promozionale a quello di moderatore di una discussione, per approdare al prendersi cura dei partecipanti – e innumerevoli stili di conduzione, che faranno da specchio alle esigenze dei lettori convenuti. La conduzione che adotta un approccio bookcounseling, rispetto a quelle classiche, ha probabilmente più frecce al suo arco e strumenti più raffinati per affrontare gli inevitabili momenti di crisi e le tensioni che scaturiscono dalle dinamiche di gruppo; oppure per riattivare le energie sopite nei singoli partecipanti.